Come le opere di Matisse prendono vita dalla musica
Dopo il nostro approfondimento su Kandinskij e la sua ispirazione pittorica attraverso le note del pentagramma, entriamo nel mondo del colore grazie a Henri Matisse (1869-1964) per indagare come le sue opere prendono vita dalla musica.
Egli, nonostante la sua infermità, è riconosciuto come uno degli artisti più colorati e festosi. Infatti, quando non riuscirà più a dipingere a causa dell’artrosi inventa quello che diventerà il papiers découpés.
Cartoncini colorati per un libro d’artista dedicato al Jazz
Ritagli di cartoncini colorati – sagome monocromatiche – che andranno a formare un intero libro di 150 pagine che titola Jazz. Al suo interno trovano spazio, oltre al decoupage, pagine scritte a mano col pennello, 20 litografie ispirate ai suoi viaggi, al circo e ai racconti popolari. E’ stato stampato in pochissimi esemplari ed è un libro opera d’arte che racchiude tutto il genio di questo grande pittore.
“Non basta mettere i colori, per quanto belli, gli uni accanto agli altri; bisogna anche che questi colori reagiscano gli uni con gli altri. Sennò è cacofonia. Jazz è ritmo e significato.”
Il nostro artista francese, a differenza di Kandinskij, non aveva teorizzato precise relazioni tra colori, suoni e sensazioni, ma lasciava che fosse il suo istinto a guidarlo, in quanto come sosteneva: il jazz è ritmo e significato, è qualcosa che sgorga dentro e produce armonia in modo spontaneo.
Il Legame profondo tra pittura e musica
“Un musicista ha detto che in arte la verità, o il reale, comincia quando non si capisce più nulla di quello che si fa, di cosa si sa, e resta in voi un’energia tanto più forte quanto più è contrariata, compressa, pressata.” Henri Matisse
Nel suo quadro intitolato “La musica”, il concetto dell’armonia è davvero estremamente presente: su uno sfondo verde e blu, si notano cinque figure poste come se fossero note di un pentagramma e due di loro stanno suonando.
Matisse amava particolarmente Bach ma ha avuto modo di frequentare molti musicisti suoi contemporanei ai quali ha dedicato ritratti e quadri; con Poulenc ha avuto modo di condividere la stessa visione compositiva: semplicità dei materiali. Fu così tanta la sintonia col musicista che quest’ultimo dedicò a Matisse la Sonata per due pianoforti del 1948.
Il nostro pittore francese, che muore a Nizza nel 1964, ha fermamente creduto e dimostrato che la musica e la pittura hanno in comune degli elementi essenziali come l’armonia, il colore, il ritmo e la forma. Per lui infatti i colori erano come le note del pentagramma ed ecco perché molte delle sue opere prendono vita dalla musica.
“Sette note, con leggere modifiche, sono abbastanza per scrivere qualsiasi partitura musicale. Perché non dovrebbe essere lo stesso per le arti plastiche?”