«[…] guardare le stelle mi fa sempre sognare, così come lo fanno i puntini neri che rappresentano le città e i villaggi su una cartina. Perché, mi chiedo, i puntini luminosi del cielo non possono essere accessibili come quelli sulla cartina della Francia?» V. Van Gogh
La notte stellata per Vincent Van Gogh ha sempre avuto un fascino irresistibile.
Van Gogh influenza il XX secolo
La passione del pittore olandese per il firmamento è evidentissima in alcune delle tele che conosciamo e che lo hanno reso celebre e immortale.
Il pittore nella sua breve vita ha regalato quasi 900 dipinti, numerosissimi schizzi e appunti, moltissimi sull’arte nipponica, oltre a mille disegni. Prolifico, geniale, incompreso e a volte disprezzato, Vincent Willem Van Gogh (1853-1890) influenzò l’arte del XX secolo.
Il richiamo del disegno e della pittura
Iniziò a disegnare da bambino e continuò, nonostante le critiche del padre, finché non decise di diventare un pittore vero e proprio, all’età di ventisette anni, realizzando molte delle sue opere più note nel corso degli ultimi due anni di vita. I suoi soggetti consistevano in autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, dipinti con cipressi, rappresentazioni di campi di grano e girasoli. La sua formazione si deve all’esempio del realismo paesaggistico dei pittori di Barbizon e del messaggio etico e sociale di Jean-François Millet.
La Notte Stellata di Van Gogh
Oggi ci soffermeremo sui cieli notturni, due suoi famosi dipinti dal titolo “Notte stellata”(1889) e “Notte stellata sul Rodano”(1888), non solo perché d’estate abbiamo modo di ammirare di più le stelle, ma anche perchè questi dipinti ci fanno sognare e rasserenare, esteticamente e filosoficamente, col mondo.
In particolare il secondo, oltre al cielo notturno, ha come soggetto l’acqua che è il tema principale di questa nostra estate arida.
Gli innamorati sotto alle stelle
«Ho passeggiato una notte lungo il mare sulla spiaggia deserta, non era ridente, ma neppure triste, era… bello. Il cielo di un azzurro profondo era punteggiato di nuvole d’un azzurro più profondo del blu base, di un cobalto intenso, e di altre nuvole d’un azzurro più chiaro, del lattiginoso biancore delle vie lattee. Sul fondo azzurro scintillavano delle stelle chiare, verdi, gialle, bianche, rosa chiare, più luminose delle pietre preziose che vediamo anche a Parigi – perciò era il caso di dire: opali, smeraldi, lapislazzuli, rubini, zaffiri. Il mare era d’un blu oltremare molto profondo – la spiaggia di un tono violaceo, e mi pareva anche rossastra, con dei cespugli sulla duna (la duna è alta 5 metri), dei cespugli color blu di Prussia. Ho fuori dei disegni a mezzo foglio e un disegno grande, che fa da pendant all’ultimo» Vincent van Gogh
Raffinata sinfonia di blu e cobalto
Nel dipinto una magnifica visione del cielo notturno, quasi romantico in un idillio perfetto che avvolge anche due innamorati, visibili in basso, oltre che le città addormentate di Arles e Trinquetaille (a destra sono visibili le torri di Saint-Julien and Saint-Trophime).
In quest’opera van Gogh coglie «l’universo [che] riposa nella luminosità tranquilla di una luce naturale e scintillante» (Metzger): il cielo appare infatti rischiarato da una moltitudine di stelle, che brillando si riflettono sul Rodano, visibile in basso. Alla luce naturale delle stelle, si aggiunge quella artificiale dei dei lampioni a gas del lungofiume di Arles, che proiettano sulle acque appena increspate del fiume dei fasci luminosi intensi. In ogni caso la protagonista del dipinto è la volta celeste con un complesso di stelle che si sviluppa come un incastro di pietre preziose, in una raffinata sinfonia di pigmenti di blu di Prussia, blu Oltremare e Cobalto che consentono il mantenimento dei colori vivaci.
Van Gogh, in quest’opera, sembra quasi mettersi in dialogo diretto con “La Critica della Ragion Pratica”, e la celebre frase del filosofo tedesco Immanuel Kant, in essa contenuta:
«Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me»