Sabato scorso si è tenuto nel nostro Show Room a Gallarate un bellissimo incontro con l’artista Maria Teresa Gonzalez.
Non solo si è raccontata come artista, ma anche come persona che esprime la propria arte partendo dalla propria individuale esperienza di vita.
Maria Teresa ci ha regalato la sua storia e la sua visione del mondo reale; il suo modo d’essere e di vivere particolari ricordi sono stati a tratti sottolineati da lacrime di commozione.
La sua storia
Nata a Città del Messico e dopo aver seguito il percorso della formazione artistica della città natale, si è trasferita in Europa nel 1996 per incontrare i luoghi e le città custodi delle opere artistiche più significative dell’arte classica e moderna in cerca di suggestioni per una cifra artistica personale. Alla fine del suo lungo viaggio durato 2 anni, si è ritrovata in Italia e a Milano ha iniziato il suo secondo “noviziato formativo” partendo da Brera e dalla sua Accademia di Belle Arti.
Gli inizi sono stati per lei, artista sconosciuta ai critici e ai galleristi, molto difficili. Chiunque operi nel campo dell’arte sa che un artista, ancorché serio e preparato, all’inizio del proprio percorso, difficilmente potrà trovare immediatamente il proprio spazio. Così è stato per Maria Teresa che, nel suo racconto, grazie al suggerimento di un gallerista a seguito dell’ennesimo rifiuto di esporre le sue opere, ha trovato pienamente la propria originale chiave identificativa.
La lampadina
La sua firma distintiva è una lampadina di luce vecchio stampo. Lampadine tecnicamente obsolete (ad incandescenza o alogene) vere o create in terracotta in modularità (con colorazioni e finiture tra le più varie) utilizzate in installazioni assemblate da unico “pezzo”e installazioni assemblate da, letteralmente, decine di migliaia di lampadine. Lavori che utilizzano materiali che vanno dal legno, metacrilato, ceramica, ferro ai tradizionali oli e acquerelli per sculture, disegni ed installazioni.
Il segno distintivo di tutte le sue creazioni è la Luce anche se la lampadina che dovrebbe produrla, è in realtà sempre spenta, ma così dev’essere perché a darle luce vera è l’artista con tutta la sua umanità e passione latina. La lampadina, che è un oggetto di uso comune, viene svuotata dall’artista della sua funzionalità specifica conferendole un nuovo e più profondo significato.
E’ questa decontestualizzazione che evoca con forza la Luce che è luce emotiva, sottratta dallo specifico vissuto culturale dell’autrice e comprensibile quindi a tutti, senza che l’opera si debba “spiegare”. Maria Teresa ha una creatività inesauribile e questo si riflette sulla sua lunga lista di opere che ha realizzato nel corso degli ultimi 24 anni. Infinite le partecipazioni a mostre ed eventi artistici in Italia e all’Estero.
Due ore stimolanti passate in sua compagnia grazie alla sensibilità delle sorelle Checchi.